Rimini | Asl Romagna, Cisl: Deve servire per crescere e non per trasferire tagli
“L’Ausl unica deve servire per crescere e non per trasferire tagli, mentre il percorso deve essere di forte partecipazione per salvaguardare le specificità, i livelli di servizio ed occupazionali e garantire una corretta governance”, sottolinea la Cisl all’indomani dall’approvazione della legge in consiglio regionale a Bologna, che porterà entro il 1 gennaio 2014 all’unificazione delle Asl romagnole. “Tra i primi obiettivi va posto quello della qualificazione della spesa pubblica, cioè spendere meglio le risorse intervenendo sugli sprechi, sulle duplicazioni, sulla politica degli acquisti di beni e servizi, apportando la necessaria innovazione tecnologica e qualificazione professionale, in modo da poter rendere la Romagna la più autonoma possibile rispetto alle prestazioni, anche introducendo quelle di terzo livello”.
Ieri il sindacato ha riunito il proprio esecutivo, allargato agli operatori, delegati e iscritti proprio per parlare della Asl romagnola e per entrare nel merito del protocollo sottoscritto due giorni fa in Provincia a Rimini tra le conferenze sanitarie territoriali, frutto del “totale contributo del sindacato unitario che, in un momento di assoluta incertezza e di forte preoccupazione delle comunità locali per il futuro della sanità in Romagna, ha indotto le istituzioni a definire un quadro di riferimento certo e dettagliato per l’organizzazione della nuova struttura. Un contributo costruito sia attraverso le sollecitazioni pervenute dai lavoratori della sanità, che da coloro che rappresentano l’utenza ed in particolare i pensionati”.
La Cisl ribadisce che l’unificazione coinvolgerà non solo i dipendenti del settore sanità, “i cui rappresentanti hanno evidenziato i problemi connessi ad un percorso non ancora definito negli aspetti più tecnici e operativi, ma anche gli altri lavoratori e i pensionati che vivono la sanità come cittadini”. Necessario “preservare il diritto alla salute dei soggetti più deboli, gli anziani e i bambini, ma soprattutto le comunità collinari e montane, da Casola Valsenio a Novafeltria, che già incontrano disagi e difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi”. C’è poi il problema delle liste d’attesa “che deve essere affrontato, se l’obiettivo dell’unificazione è la maggiore efficacia ed efficienza del sistema sanitario. Si insiste sulla necessità di potenziare i presidi di cure primarie, di diffondere e rendere effettivamente operative le Case della Salute, di assicurare la prossimità delle prestazioni di primo livello”.
Nelle sue conclusioni, Antonio Amoroso, segretario Cisl Emilia Romagna, ha evidenziato che: “L’Ausl unica può rappresentare un problema o la sua soluzione. Dipenderà dalla nostra capacità di tenere il confronto fino in fondo, impegnando le istituzioni con atti concreti, esigibili e verificabili. Questo protocollo non rappresenta la fine del percorso, ma l’inizio”.